Galeotti furono i campi da coltivare

I cisonesi Anna e Palmiro sposi da 70 anni

Una storia d’amore lunga 70 anni, sbocciata su un campo in località Tezzon, scandita da figli, nipoti e pro- nipoti, ma anche da sacrifici e rinunce.I cisonesi Anna Biz, 88 anni, e Palmiro Da Soller, 95 anni, festeggeranno il loro bel traguardo d’amore il 12 marzo. «Potremmo iniziare con un “c’era una volta” per raccontare, come in una fiaba, la storia di questi due sposi» dicono i loro familiari che hanno voluto condividere con i lettori del Quindicinale, giornale a cui Anna e Palmiro da anni sono abbonati, questo bel traguardo. «Era il 12 marzo 1953 quando Anna e Palmiro si sposarono nella chiesetta di Gai – ricordano -. Dopo la cerimonia e il pranzo in casa nello stanzone del Tezzon, un pugno di abitazioni dove vivevano e lavora- vano i mezzadri dei conti Brandolini, il viaggio di nozze in giornata: una passeggiata fino al lago, accompagnati dal suonatore di fisarmonica. Ricordiche, nella loro essenziale semplicità, Anna e Palmiro rivivono ancora oggi con nostalgia».

Anna nasce a Valmareno (Follina) il 20 marzo 1934, Palmiro a Soller (Cison di Valmarino) il 4 novembre 1927. «Due vite contrassegnate dal lavoro continuo ed instancabile. Entrambi – ricordano i figli Olivo e Rita – provarono l’amaro sapore del pane lontano da casa, lei a Biella ne- gli anni Cinquanta come balia, lui in Francia da giovane come manovale. Galeotti furono però i campi da colti- vare al Tezzon, dove Anna viveva con la sua famiglia e dove anche Palmiro andava occasionalmente a dare una mano come contadino ed avere così un boccone di pane di che sfamarsi». Qui venne messo a dimora anche il seme dell’amore fra questi due giovani, che non tardò a sbocciare. Prima il fidanzamento, poi il matrimonio coronato dalla nascita, in casa con l’aiuto della levatrice, dei loro due figli.

Una vita tutta in salita, in cui Anna e Palmiro ci sono sempre stati, l’uno per l’altro. Una vita d’amore scandita anche da semplici, ma significativi, gesti. Palmiro, una vita dedicata al lavoro da manovale, ha sempre avuto una grande passione per le camminate nei boschi. «Non ritornava a casa solo con funghi o castagne ma, sapendo quanto Anna li amasse, c’era sempre un mazzolino di fiori per la sua sposa – ricordano -. E quando era emigrante in Francia, non mancava di mandarle dei profumi, un lusso per quei tempi, accompagnati da cartoline romantiche.

Uomini d’altri tempi che con le parole non avevano tanta dimestichezza, ma sapevano affidare ad un gesto una tenerezza profonda che non necessitava di altro».

Palmiro e Anna abitano ancora nel- la loro casa a Soller. Lei continua a curare, nonostante l’avanzare dell’età, l’orto e il giardino. A lungo si è anche presa cura degli animali da cortile. È sempre andata fiera dei suoi fiori che in primavera ed estate non manca di regalare a chi passa di lì o a chi deve andare in cimitero a far visita ad un proprio caro o per abbellire la chiesetta di Soller. Anna a Soller è conosciuta per la sua grande abilita nel lavorare a maglia. Ad alcune future mamme è capitato di trovare sul davanzale un pacchettino con un completino color pastello per una creatura pronta a nascere. Anna, sempre in forma anonima e lontana dagli sguardi, ha voluto con questo gesto accompagnare numerose nuove nascite a Soller.

In famiglia si ricordano e si rivivono tanti momenti di questa lunga vita da sposi. Come quando Palmiro acquistò una moto Iso, comprata per i necessari spostamenti e qualche rara gita fuori porta con la moglie, ma anche per andare a giocare a bocce o a carte le domeniche pomeriggio. «Sicuramente non è stata una vita semplice, ma insieme hanno affrontato tutto con pazienza, forza d’animo e serenità, trasmettendo a noi figli i loro valori fondamentali: umiltà, semplicità e ri spetto» sottolineano Olivo e Rita. E con loro a festeggiare Anna e Palmiro

«Ho sempre ammirato l’amore tra i nipoti Luca, Irene, Silvia e Ilaria, i miei nonni – testimonia Luca –  un amore fatto di condivisione, incoraggiamento ed aiuto reciproco». «I miei nonni sono un pi- lastro importante della mia vita – aggiunge Silvia -. Se so cos’è l’amore, il rispetto, la devozione per la famiglia è perché me lo hanno insegnato anche loro, in ogni gesto e parola. Sono per me un rifugio, un conforto». «Ci si chiede spesso di cosa sia fatto l’amo- re e si scomodano gli esperti. Forse bisogna cercarlo nei gesti di nonna Anna, pronta a soccorrere il suo uomo bisognoso di cure. Forse lo si può trovare nello sguardo di nonno Palmiro rivolto a lei: se non la vede, è come gli mancasse l’aria. Mai come ora, in cui il passo è più lento, hanno bisogno l’u- no dell’altro» sottolinea Irene. «Il se- greto per riuscire ad arrivare a questo importante traguardo è sicuramente il forte legame che li lega, nel bene e nel male con tanto rispetto, e una buona dose di pazienza» aggiungono i figli. Quella di Anna e Palmiro è una storia di vita e d’amore semplice ma affascinante. «Una fiaba, quasi estranea al nostro mondo, fatto di legami tempo- ranei, pronti a sfilacciarsi. Forse ordinaria per essere chiama fiaba? Sì, ma eccezionalmente ordinaria» sottolineano figli, nipoti e pronipoti.

Claudia Borsoi