Iodio anti-radiazioni, tante richieste nelle farmacie trevigiane: “Assumerlo preventivamente fa male”

Muschietti di Farmacie Unite: “Meglio una passeggiata a Sottomarina per fare il pieno di iodio”

Dopo l’attacco russo vicino alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, in alcuni paesi, ma anche in Italia, è aumentata la ricerca di pillole allo iodio contro le radiazioni. Il timore di alcune persone, infatti, è che il conflitto in Ucraina possa scatenare un disastro nucleare. Al momento, va chiarito, non è stato registrato alcun aumento dei livelli di radioattività vicino alla centrale colpita.

“E’ aumentata la curiosità per questo tipo di farmaci. Da qualche giorno sono diverse le persone che entrano in farmacia per chiedere informazioni relative a compresse a base di iodio contro le radiazioni”, conferma Franco Gariboldi Muschietti, presidente regionale di Farmacie Unite. “Questo tipo di farmaci è assunto solo da chi soffre di disfunzioni alla tiroide e vengono prescritti dal medico di base con ricetta. In assenza di documentazione di disturbo tiroideo, come ipertiroidismo o ipotiroidismo, non possono essere acquistati in farmacia”. Inoltre, Muschietti spiega che, in Italia, le farmacie normalmente non vendono lo iodio necessario a fare la cosiddetta iodoprofilassi in caso di incidente nucleare, assicurata dal servizio sanitario in caso di rischio effettettivo.

Il timore oggi, è che qualcuno possa decidere di acquistare pillole di questo tipo nel mercato, non controllato, del web, con rischi per la propria salute. E’ corretto assumere compresse di iodio per una sorta di “cura preventiva”? “No, non ha alcun senso assumere preventivamente farmaci di questo tipo – mette in chiaro Muschietti – anzi, possono causare danni non indifferenti se presi senza motivo o senza il dosaggio corretto e prescritto dal medico. Per fare il pieno di iodio meglio andare a fare una passeggiata a Sottomarina, dove l’aria è ricca di iodo”.

Isabella Loschi