Migliaia di ditte edili a rischio fallimento

Il blocco dell’acquisto dei crediti da parte delle banche può rivelarsi un disastro

Dopo l’estate migliaia di ditte dell’edilizia e dell’impiantistica potrebbero fallire per mancanza di liquidità, pur con un portafoglio ordini pieno di lavori.

Secondo CNA, le piattaforme di acquisto crediti come Sì bonus sono un’opportunità ma non la soluzione per le ditte in quanto il mercato del credito, a causa dell’abbondanza dell’offerta, attualmente richiede a chi vuole cedere il proprio credito di effettuare in media sconti del 22%, annullando così il guadagno dell’impresa.

CNA torna a chiedere al Governo di riattivare il mercato dei crediti. Con il blocco delle cessioni infatti, le ditte che hanno fatto ai propri clienti lo sconto in fattura, accollandosi il loro credito, si trovano ora a bussare inutilmente alle porte delle banche per ottenere la liquidità indispensabile per lavorare.

«La situazione è oggettivamente pre- occupante: conosco diverse realtà che non riescono a incassare i soldi e avere la liquidità necessaria per continuare a lavorare e a pagare fornitori e maestranze – afferma Michele Gazzola, presidente di CNA Edilizia -. Il superbonus doveva essere un’opportunità di rilancio del settore e del Paese nel nome della transizione ecologica e si sta rivelando una trappola per le nostre imprese. Ci abbiamo creduto, ci siamo mossi, abbiamo investito e ora ci sentiamo traditi. Questa vicenda sta innescando una crisi di fiducia sen- za precedenti e quando non c’è fiducia un Paese si ferma».

E infatti la corsa alle riqualificazioni edilizie si è fermata. «Abbiamo richieste ma non stiamo più prendendo lavori con i bonus – conferma Ilario Pavan, presidente del Cosvem, il Consorzio Sviluppo Edilizia Moderna di Castelfranco Veneto, che associa 93 ditte specializzate in restauro e manutenzioni edilizie. Ci teniamo pronti ma finché non abbiamo la certezza che le banche riprendano ad acquistare i crediti non firmiamo contratti per non mettere in difficoltà i nostri clienti e il consorzio. Se non sbloccano succederà il disastro: ci saranno migliaia di piccole ditte che falliranno. Non posso pensare che non trovino una soluzione, anche perché il fallimento di decine di migliaia di ditte in tutta Italia costerebbe ben più allo Stato che non trovare una soluzione allo sblocco dei crediti».

Non solo le ditte dell’edilizia ma anche gli impiantisti termoidraulici stanno subendo i contraccolpi del blocco. «Ci sono due problemi – spiegaFrancesco Pilotto, presidente di CNA Termoidraulica: uno, se abbiamo già fatturato applicando lo sconto in fattura, siamo con i crediti in pancia senza riuscire a valorizzarli perché le banche non li comprano più e non abbiamo la liquidità necessaria per continuare a lavorare; due, si stanno fermando i cantieri perché i privati, non sapendo se potranno cedere il credito, fermano i lavori anche a pratiche avviate, ma noi abbiamo già acquistato e pagato i materiali per poter programmare le attività e adesso rischiamo di avere i magazzini pieni e di non rientrare più di quei costi. Va trovata al più presto una soluzione».

CNA sta lavorando assieme alle altre Associazioni di categoria per uscire da questa situazione.
«Cambiare le regole del gioco in corsa è la cosa peggiore che si possa fare ed è stata fatta in un comparto che stava trainando la ripresa dice Mattia Panazzolo, direttore di CNA territoriale di Treviso. Al Governo chiediamo di convocare un tavolo in cui mettere a punto una soluzione con-divisa per uscire da questa situazione che cambia le regole ogni settimana e che mette le imprese con le spalle al muro”