Abusivismo contro legalità

Case vacanze, camere ed appartamenti: fenomeno fuoricontrollo

Avete mai cercato un appartamento o una casa per le vacanze? Probabilmente siete entrati in uno dei tanti portali dove sono presenti una marea di nomi, ma avete verificato che effettivamente siano in regola? Che si tratti di strutture riconosciute?

Se avete qualche dubbio al riguardo, la cosa migliore sarebbe entrare direttamente nei siti istituzionali del luogo, ma ovviamente questo non accade spesso.
Mettendo a confronto le case presenti in provincia di Treviso, nel sito ufficiale risultano 9 appartamenti vacanza, 6 residence, senza contare che tra i 15 country houses e i 70 agriturismi c’è chi ha uno o più appartamenti. La crisi che ha colpito in modo tragico il sistema turistico mondiale, si è fatta sentire anche nella nostra regione, ma non dimentichiamo che nel comparto turismo esiste anche il turismo congressuale e quello business. Mentre il primo è fermo per ovvie ragioni, il secondo ha ancora una parte attiva e la difficoltà nel trovare strutture alberghiere aperte o semplicemente la necessità di sentirsi in un ambiente più sicuro e privato, ha spinto molta gente di lavoro a scegliere appartamenti dove poter trascorrere il proprio soggiorno. Spazi aperti, angoli adatti allo “smart working” sono stati due elementi decisivi nella scelta di questa tipologia di strutture.

Se dovessimo fare una ricerca online di appartamenti concentrandola solamente nel raggio di 2 km dal centro di Treviso, troveremmo circa 50 strutture, un numero nettamente superiore rispetto a quello indicato precedentemente.

Certo il pensiero che tutti noi abbiamo come turisti, è che una maggiore offerta si traduca come una migliore scelta, ma proviamo a vedere la stessa situazione da un altro punto di vista, ovvero da cittadini.

Il riconoscimento Unesco delle colline Valdobbiadene Conegliano ha portato un desiderio da parte di molti privati a creare delle camere o degli appartamenti da adibire all’accoglienza turistica. Considerando che solo a distanza di sei mesi è arrivato l’inaspettato e disastroso Covid che ci ha letteralmente bloccato in casa, non abbiamo avuto modo ancora di capire come si evolverà la situazione, ma ci sono due aspetti da tenere ben presenti: il primo è che non sappiamo quanto tempo ci vorrà per riavere lo stesso numero di turisti registrato nel 2019 ed il secondo riguarda la qualità. L’essere riusciti ad ottenere un riconoscimento così prestigioso, comporta un aumento
qualitativo di tutta la filiera turistica, strutture ricettive incluse, il che equivale a dire che non ci si può improvvisare locatori offrendo un prodotto di bassa qualità a livello materiale o di servizi.

Dal punto di vista di un cittadino, dobbiamo sapere che nel momento in cui una persona non residente in zona decide di fermarsi in una delle strutture ricettive qui presenti, è obbligata a fornire i propri dati al gestore che quasi in tempo reale li inoltra alla prefettura per motivi di pubblica sicurezza. Tale procedura permette di limitare la criminalità e, in una fase sanitaria così delicata come quella attuale, di tracciare gli spostamenti di tutti per evitare possibili contagi.
L’abusivismo non paga, in tutti i sensi.

Tiziana Benincà