Con il suo nuovo progetto vuole condurre una battaglia culturale per diffondere la consapevolezza sulle abitudini sane che ci possono far vivere a lungo e bene: Renzo Turbian del Bobadilla racconta quanto è importante ridurre le infiammazioni silenti che ci condanneranno a una vecchiaia piena di acciacchi

Renzo Turbian, la mente imprenditoriale dietro il centro fitness Bobadilla (con sedi a Vittorio Veneto e Treviso) ha appena festeggiato i quarant’anni della sua creatura e sta preparando la prossima sfida: cambiare il modo in cui ci si approccia alla palestra con il Bobadilla Wave.
Un’autentica rivoluzione culturale, assicura, tanto che si è persino rivolto a un’Intelligenza Artificiale per un giudizio imparziale sul suo nuovo progetto: “Sembra una via di mezzo tra Gucci e un laboratorio di biotecnologia”, ha spiegato l’IA, promuovendo l’idea con sottile umorismo.
Eleganza, tecnologia e una sinergia di differenti professionalità per un obiettivo ambizioso: vivere a lungo e vivere bene, cambiando le cattive abitudini che ci fanno ammalare.
In cosa consiste questo nuovo Bobadilla Wave?
È una “training boutique” dove combiniamo allenamenti personalizzati in piccolissimi gruppi con l’uso di tecnologie anti-infiammatorie di ultimissima generazione. La chiamiamo boutique perché in pratica è un servizio a cinque stelle, completo, costante e che si svolge in ambienti molto curati
Come cambia l’approccio alla palestra?
Il nostro obiettivo è quello di muoverci contemporaneamente su diversi piani: esercizi mirati studiati sull’utente, corretta alimentazione, sonno di qualità e recupero fisico attraverso l’uso di tecnologie specifiche, aiuto nella gestione dello stress e in generale delle relazioni personali e di tutto ciò che può comportare un eccesso di tossicità.
Quale è lo scopo di un simile training?
Abbassare in maniera importante la situazione infiammatoria di una persona, un elemento estremamente importante nella salute di ognuno di noi: ci ammaliamo molto spesso a causa di infiammazioni silenti protratte negli anni e causate da abitudini quotidiane sbagliate. La medicina tradizionale propone di affrontare questi stati attraverso l’uso di farmaci, noi lavoriamo provando a gestire in maniera sistemica le situazioni che portano a queste condizioni, quindi lavoriamo di prevenzione
Come siete arrivati a questa peculiare punto di vista sul ruolo della palestra?
Negli anni Ottanta si parlava di body building, un concetto più legato alla questione estetica che nel tempo si è evoluto pur non rinunciando del tutto alla cura dell’aspetto fisico. In questo cambiamento generale, nei miei quarantatré anni di esperienza nelle palestre io ho sempre avuto un occhio di riguardo rispetto al concetto di salute, e attraverso un costante aggiornamento professionale l’ho legato sempre di più a percorsi di salute posturale, metabolica e funzionale. Non è una cosa che è avvenuta ovunque, anzi ritengo che noi siamo stati i primi in Italia a sviluppare questa consapevolezza
Parallelamente è cambiata anche la clientela?
Certamente: quarant’anni fa non si vedevano sessantenni e settantenni in palestra, la media degli utenti era sui venticinque, trent’anni. Oggi ci sono tantissime persone che vanno dai cinquanta ai settant’anni: la vita si è allungata, si può arrivare anche fino a cent’anni ma si sta ponendo il problema di quanto male si vivono fisicamente gli ultimi decenni
La vostra idea di prevenzione va a trattare direttamente questo problema?
Dai quarant’anni in poi è importantissimo intervenire sulle problematiche posturali, infiammatorie e metaboliche, perché si rischia concretamente di perdere tantissima autonomia invecchiando. Noi abbiamo una clientela che per più del 35% è over-65: una percentuale altissima rispetto alla media delle altre palestre. I nostri percorsi aiutano ad essere più sani e performanti, compensando con esercizi mirati problemi soprattutto di postura che si sono creati negli anni. Ma è importante che questo sia un’attività continuativa, non pensata per risolvere esclusivamente alcuni sintomi
Che strumenti mettete in campo per raggiungere questi obiettivi?
Intanto svariate professionalità: io sono preparatore atletico, così come lo staff interno, e siamo tutti impegnati in continui aggiornamenti alle ultime ricerche. Poi collaboriamo con alcuni dei migliori specialisti in Italia in termini vascolari, respiratori, oncologici, nutrizionali. E abbiamo fatto un grande investimento in macchinari all’avanguardia, che ci permettono di misurare la situazione di un utente, dallo stato corporeo al grado stressorio. Disponiamo di macchinari per l’ozonoterapia, la crioterapia, per l’uso di campi elettro-magnetici, di idrogeno molecolare, vacufit (che unisce infrarossi al vuoto), zerobody (galleggiamento asciutto), e per gestire l’ipossia.
Siamo gli unici a poter disporre di una simile combinazione di strumenti e professionalità
A suo parere, quali sono gli errori più comuni che commettiamo nella nostra quotidianità e ci portano a questi pericolosi stati infiammatori?
Innanzitutto mangiamo in modo disordinato, senza una cultura alimentare e spesso condizionati dalla mancanza di tempo. Viviamo ormai quotidianamente un eccesso di zuccheri e farine raffinate, una cosa devastante per il nostro corpo se protratta negli anni. Poi c’è la sedentarietà, che è la peggiore usura possibile per il nostro corpo: la vita è movimento, e non capirlo è il nostro peccato originale. A questo aggiungiamo che non dormiamo bene, ci facciamo assorbire dalla negatività di chi ci sta a fianco e dei nostri stessi pensieri, e in generale ci lasciamo coinvolgere dalla tossicità dell’ambiente che ci sta attorno.